Saturday, May 14, 2016

Confirmation on Vigil of Pentecost

Pentecoste - Cresime
14 maggio 2016 - Missione Italiana, Berna



Atti 2: 1-11
Rm 8: 8-17
Gv. 14: 15-16. 23-26

Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua.

E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

“Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre.”

Pentecoste! Il Sacramento della Cresima!

Ho ricevuto la Confermazione con l’età di 10 anni e una mia sorella con 9 anni. Questo è successo in parte perché il vescovo veniva nella nostra parrocchia solo ogni due anni. Siamo stati preparati con impegno in mezzo alle altre lezioni alla scuola parrocchiale. Eravamo fortunati, direi, in paragone con la situazione di oggi dove molti non ricevono più il sacramento. Forse perciò sia meglio essere cresimato giovanissimo? Non saprei dirvi. Una cosa però è certa: 55 anni fa abbiamo sperimentato il sacramento come dono gratuito di Dio a noi attraverso le ministrazioni della Sua Chiesa. Con questo, voglio solo dire come la Chiesa intende la Confermazione, cioè che va percepito tale quale come la Festa di Pentecoste.

Pentecoste è il punto di arrivo della storia di salvezza. La Croce e la Risurrezione di Gesù è la nostra liberazione dal vecchio nemico dell’umanità, dal diavolo, dal peccato e dalla morte per sempre. Come il Signore Risorto insegnava ai suoi, mancava solo l’invio dello Spirito Santo, la pienezza della vita trinitaria, la nostra intimità con Dio che ci ama, Padre, Figlio e Spirito Santo. Pentecoste, come il Sacramento della Confermazione, è un momento di pienezza nella vita di ogni persona battezzata.

Si parla spesso della festa di oggi come il compleanno della Chiesa; oggi sì, la Chiesa è nata; la nuova creazione per l’invio dello Spirito Santo è oggi comparsa sulla scena della storia. Oggi la grazia del battesimo nella morte e risurrezione di Cristo è confermata in noi per lo Spirito Santo che dà la vita; Cresima/Pentecoste è grazia di Dio, grazia pura, è Dio che fa dono di se stesso a noi e senza qualifica. In questo senso, il Sacramento della Confermazione esiste non solo per rafforzare la nostra fede, per incoraggiarci di vivere nella virtù, nell’osservanza dei comandamenti, ma, per vero, per scatenare qualcosa! Si tratta non solo del rafforzamento nel singolo cristiano della grazia che ci salva. La grazia indelebile della Confermazione è conferita per estendere attraverso di noi questa grazia dello Spirito Santo ai confini della terra!

Nel Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica si legge:

“265. Qual è il posto della Confermazione nel disegno divino della salvezza? (1285-1288; 1315)
… Tutta la vita e la missione di Gesù si svolgono in una totale comunione con lo Spirito Santo. Gli Apostoli ricevono lo Spirito Santo nella Pentecoste e annunziano «le grandi opere di Dio» (At 2,11). Essi comunicano ai neo battezzati, attraverso l'imposizione delle mani, il dono dello stesso Spirito. Lungo i secoli la Chiesa ha continuato a vivere dello Spirito e a comunicarlo ai suoi figli.”

“268. Qual è l'effetto della Confermazione? (1302-1305; 1316-1317)
L'effetto della Confermazione è la speciale effusione dello Spirito Santo, come quella della Pentecoste. Tale effusione imprime nell'anima un carattere indelebile e apporta una crescita della grazia battesimale: radica più profondamente nella filiazione divina; unisce più saldamente a Cristo e alla sua Chiesa; rinvigorisce nell'anima i doni dello Spirito Santo; dona una speciale forza per testimoniare la fede cristiana.”

Pentecoste ed il nostro compito cresimale!

La Cresima apre la porta ai due sacramenti vocazionali: al matrimonio e al sacerdozio. Il sacerdote rende presente Gesù, soprattutto attraverso l’amministrazione dei sacramenti: Eucaristia, Penitenza, Unzione degli Infermi. L’altro sacramento vocazionale, il matrimonio è soprattutto, per la grazia di Dio, testimonianza all’amore di Dio che non muore e non cede, e che accoglie figli nel grande mistero della presenza divina nell’intimità di casa.

Non v’è sul calendario liturgico un’altra festa o solennità così incentrata sul compito evangelizzatore della Chiesa come Pentecoste. L’inizio della missione apostolica di portare Gesù Risorto e Vittorioso al mondo parte dal cenacolo a Gerusalemme, dalla stanza dove il Signore, prima della sua morte in Croce, ha istituito l’Eucaristia ed il Sacerdozio ministeriale. La prima proclamazione del Vangelo si prepara lì con giorni intensi di preghiera dei discepoli attorno alla Madre di Dio. La catechesi post-pasquale condotta dal Signore Risorto nei quaranta giorni prima della sua Ascensione al Cielo trova il suo approfondimento, la sua ricezione nella novena di preghiera pre-pentecostale. Il promesso Spirito Santo fa il resto nei cuori dei discepoli e rende fruttificante la predicazione di S. Pietro: Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua.

La nostra fede, il nostro messaggio al mondo, l’esperienza nostra pentecostale di salvezza in Cristo, la salvezza dal peccato e dalla morte eterna, non è una dottrina oscura ricavata da scritti bisognosi di decifrazione. È in primo luogo qualcosa che si vive per necessità a casa, nell’intimità della famiglia che prega. Nel Cenacolo (sia di famiglia, sia di parrocchia) all’intimità di preghiera giunta a quella della Vergine Madre, lo Spirito Santo irrompe sulla scena di questo mondo con fragore e chiarezza: ciascuno li sentiva parlare la propria lingua.  Il piano divino prevede il primo incontro con il suo amore per noi proprio in famiglia. Anche a casa, sì, è l’opera di Dio fatta in noi attraverso lo Spirito Santo che irrompe nella storia in seguito alla vittoria di Cristo, per volontà di Dio Padre.

Ci manca poco, per vero, in questo nostro mondo di oggi per far scoppiare la Pentecoste nelle nostre famiglie e società, ma ohimè, quel poco è l’essenziale, cioè: la comunione di vita e preghiera con la Madre di Dio; il pentimento, secondo il caso con le acque del Battesimo e per chi dopo il Battesimo è ricaduto nel peccato con le lacrime della penitenza, con il Sacramento della Riconciliazione. Il vero senso è proprio quello di ritrovare quel filo attraverso la preghiera e la penitenza che ci riconduce alla nostra chiesa parrocchiale e alla propria camera a casa nostra, che devono essere luoghi intimi dove in compagnia con Maria Vergine possiamo preparare cuore, occhi ed orecchi, per l’irrompere di quel fragore che ha lanciato la buona novella in tutto il mondo.


La mondanità, la vacuità del nostro quotidiano si trasformi attraverso la preghiera mariana, attraverso la perseveranza in attesa di quel fragore che preannuncia l’arrivo del Figlio dell’Uomo sulle nubi del cielo. Prego soprattutto per voi, cresimandi, ma per noi tutti confermati nella grazia di Dio, che possiamo giocare anche la nostra parte nello scatenamento dello Spirito per la salvezza del mondo.

PROPERANTES ADVENTUM DIEI DEI


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